Bianco-Valente - Maggio 2020

Cosa stiamo imparando da questo tempo?
Per chi resterà in vita sarà solo uno spartiacque temporale per definire un prima e un dopo, forse neanche tanto diversi fra loro. Ricorderemo la paura e il sospetto, l’angoscia di dover restare chiusi in casa, di non poter vedere i nostri cari. Il cervello è programmato per insabbiare il ricordo degli eventi traumatici e probabilmente a livello conscio resteranno solo memorie più o meno sfumate.

Come interverremo per ristabilire un equilibrio tra l’uomo e la natura? Cosa stiamo imparando da questo tempo?
Nessuno si aspettava un evento così violento in grado di stravolgere completamente le nostre esistenze. Abbiamo costruito la società con l’unico scopo di ottenere un mondo a nostro uso e consumo, abbiamo violentato la natura, abbattuto foreste, abbruttito il paesaggio con la presenza massiccia di cemento, creando fabbriche che disperdono in maniera incontrollata i loro rifiuti nell’atmosfera e nel mare, abbiamo confuso tutto questo con il benessere, senza pensare che stavamo mettendo in atto il nostro fallimento. E’ intervenuto un essere invisibile a ricordarcelo, un’entità che ci ha completamente sopraffatto offrendoci una pausa forzata per riflettere sulle nostre rovine.
È da qui che bisognerà ricominciare. Non potrà essere più concepibile una società basata esclusivamente sul profitto, sullo sfruttamento del territorio e della natura, sulla disparità economica e la disuguaglianza sociale, dobbiamo imparare da questa esperienza che dovremo ripensare al futuro del mondo e avere rispetto per l’ambiente e gli individui.

Come stiamo costruendo “ponti” dall’interno verso l’esterno delle nostre case?
In queste settimane di lockdown abbiamo riscoperto tutti l’importanza delle parti liminali delle nostre abitazioni. Balconi e finestre, insieme agli schermi dei nostri dispositivi digitali, sono diventati il fulcro del nuovo modo di comunicare e di lanciare messaggi agli altri.
Ma siamo animali sociali, il nostro stare insieme è fatto anche del contatto visivo diretto, dei nostri corpi che si scambiano messaggi non mediati, abbiamo bisogno di toccarci, sentire il calore dell’altro, gli odori, c’è insomma tutta una parte dello spettro emozionale che è irrimediabilmente tagliata fuori comunicando attraverso le finestre o i social media.

Come rigenereremo la nostra socialità e gli spazi comuni?
E’ difficile immaginare nel tempo che ci aspetta una socialità il cui presupposto sia la distanza, sembra una contraddizione in termini e di fatto sono due cose che vanno in direzioni opposte. Si farà fatica ad adattarsi alle nuove regole comportamentali, forse ci vedremo di più all’aperto, nei parchi, vivremo di più la natura, il che non è un male. Si potranno organizzare incontri o conferenze all’aperto, nei giardini, sui terrazzi, andando a recuperare degli spazi ricchi di potenziale e poco vissuti finora in questa modalità, tutti luoghi dove si potranno più facilmente mettere in atto le nuove misure di distanziamento sociale. Per quanto riguarda il nostro lavoro soffriremo parecchio nell’attuare i vari progetti, perché esso si basa principalmente sulla relazione e sui rapporti interpersonali e ci rendiamo conto che dovremo forzare noi stessi pur di adeguarci a questo nuovo modo di vivere la realtà.

Bianco-Valente - Artisti
#pensierieprogettidipersonecuriose


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