EFFETTO BEETHOVEN - DIARIO DAL VIRUS (seconda parte)

Francesca Pasini - Maggio 2020

12 aprile 2020
“La Lettura - Corriere della Sera”: David Reynolds, docente di Storia Internazionale a Cambridge, afferma: “La storia è uno degli elementi più importanti nella formazione dell’identità ed è inevitabile che la politica la utilizzi a suo uso e consumo. Per comprendere l’altro dobbiamo, però, abituarci a pensare in termini comparativi, a studiare come ogni Paese ricorda la sua storia e perché. Solo in questo modo inizieremo a capire da dove viene ognuno di noi e come mai guarda al mondo in un certo modo”.
Io riscrivo così: “ se, in ogni Paese, ci abituiamo a studiare come le donne ricordano la loro storia e perché”, inizieremo realmente a pensare in termini comparativi. La differenza che unisce e distingue uomini e donne esiste in ogni Paese, quindi aumenta la capacità di “comprendere l’altro” in ogni Storia Nazionale.
Abbiamo sentito dagli scienziati che l’evoluzione della specie è legata alla mutazione dei virus, la differenza tra uomini e donne, non secondaria per capire la malattia, potrebbe quindi segnare una svolta anche nell’evoluzione della specie, non più sintetizzabile in un soggetto unico, neutro-maschile.

21 aprile 2020
Daniela Comani mi scrive: “Siamo anche il risultato anche di tutto quello che è successo nel corso della storia”, “Può essere un singolo individuo tutto questo?”
Di quale storia parliamo quando parliamo di noi? Come entra in quella dell’arte, della scienza, della politica?

28 aprile 2020
Congiunti: una voce fuori dal coro, la mia. Mi è piaciuta la furbizia del giurista, che da parenti e affini di primo, secondo, terzo grado (si arriva al sesto) passa a un termine demodée, dal sapore un po’ giuridico, ma che allarga il campo. Probabilmente è un’invenzione involontaria per non negare l’abitudine giuridico-affettivo e allo stesso tempo mostrarsi consapevole che oggi la famiglia parentale è periclitante, che “la vecchiaia è finita” e quindi anche nonni, nonne non sempre sono disponibili come babysitter, perché spesso svolgono funzioni importanti negli ospedali. Forse, me la sono inventata io questa invenzione involontaria. A volte dagli occhi di scienziati e scienziate in TV trapela qualcosa che mi suggerisce che abbiano le orecchie un po’ malate.

1 maggio 2020
Otto e mezzo: di fronte alle “dissonanze” per l’aggravio di lavoro delle donne le orecchie di Maurizio Landini, segretario della CGIL, cominciano ad ammalarsi. Critiche giuste, ma un po’ ma irreali, come se non avessimo visto pochi giorni prima Fabiola Giannotti e Ilaria Capua annunciare insieme la collaborazione tra il CERN e tutti gli istituti di ricerca del mondo sul Covid-19; come se non avessimo visto in tutte le reti, in tutti il talk show, tutti i giorni, esperte in vari settori della scienza, della psicologia, del diritto. L’idea della disparità delle donne sembra tuttora incontestabile. A questo punto le orecchie di Landini “non resistono”. Anni fa in televisione, per mostrarsi moderato, aveva dichiarato di non aver letto Marx, ora non dichiara di aver letto le filosofe della differenza, Cigarini, Irigaray, Muraro, Zamboni…, ma le loro dissonanze gli hanno modificato le orecchie e dice: “non è una questione di parità dei diritti, quelli si possono aggiornare, ma di differenza tra uomini e donne per la quale va inventato un diverso modo di intendere il lavoro e la società”.
Probabilmente un’invenzione involontaria, ma le civiltà cambiano.

Francesca Pasini - Critica d'arte
#pensierieprogettidipersonecuriose


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