Francesca Spiller - Giugno 2020
È molto difficile dire cosa rimarrà di questo tempo. Credo che a permanere sarà un senso di precarietà, la consapevolezza che i nostri modi di vita non sono immutabili e che le cose possono cambiare drasticamente senza preavviso. Rimarranno probabilmente dei gesti, che avremo talmente interiorizzato da divenire inconsapevoli, automatici, delle abitudini, come il distanziamento e temo una dose di misofobia, una generalizzata paura dell’invisibile!
Stiamo costruendo ponti dall’interno verso l’esterno delle nostre case prima di tutto con la tecnologia, spostando temporaneamente nel digitale un po' delle cose che prima facevamo nel mondo fisico, in primis la comunicazione. Il nostro stare insieme, la socialità forse sarà più selettiva, nel senso che per un po' incontreremo solo le persone che desideriamo ardentemente rivedere! Questi mesi mi hanno anche permesso di osservare i comportamenti di amici e conoscenti, i vari modi di reagire al problema, trovando in alcuni una sensibilità comune e in altri scoprire una distanza. Gli spazi comuni sicuramente sono più preziosi adesso, rappresenteranno un campo di sperimentazione per ripensare esperienze e attività culturali che prima facevamo in luoghi chiusi, e così sarà sicuramente anche per Reading Room e i suoi incontri, talk, presentazioni. Gli spazi comuni ancora più di prima richiameranno ad una responsabilità individuale e collettiva.
Lo stesso rapporto dell’uomo con la natura andrà rivisto, anche se temo un inasprimento di certa retorica ecologista pre-pandemia, un accentuarsi di quell’enfasi sulla responsabilità individuale che si riassume nel demonizzare la cannuccia di plastica e altre fastidiose semplificazioni di problemi complessi. Credo che siano i decisori politici che debbano prendere decisioni strategiche in questo senso, facendo tesoro dei segnali che la natura ci dà.
In questo periodo si sente spesso ripetere le domande “Cosa stiamo imparando da questo tempo? Cosa rimarrà da questa esperienza?” Finito questo periodo di emergenza vorrei che ci fosse un cambiamento, una presa di coscienza anche se credo torneremo a fare gli stessi errori di prima. Confido però che almeno rimarranno alcune buone abitudini che in Italia solo una pandemia è riuscita a introdurre, come ad esempio le file educate!
Francesca Spiller - fondatrice Reading Room
#pensierieprogettidipersonecuriose