Mario Cigada - Aprile 2020


Tutto è iniziato con un grafico.

La Protezione Civile, in un encomiabile gesto di trasparenza, rende disponibili tutti i giorni i dati sull'epidemia; una mai sopita passione per la Statistica Medica e la grande disponibilità di tempo hanno fatto il resto: ho cominciato a tracciare grafici e analisi statistiche sull'andamento dei contagi, dei ricoveri e dei decessi. Questo, all'inizio, in modo assolutamente ludico, fino a quando non mi sono imbattuto nel grafico qui sotto. Erano i primi di marzo e il grafico mostrava, in modo molto evidente, come da alcuni giorni il numero dei ricoveri stesse discostandosi dalla crescita esponenziale. Dalle mie nozioni di medicina, ricordavo che un'epidemia, nelle sue prime fasi, tende ad espandersi seguendo meccanicamente la funzione esponenziale, se i dati dei ricoveri si stavano discostando da questa crescita questo poteva voler dire una sola cosa: le prime manovre di restrizione sociale stavano dando qualche frutto, un ottimo segno. Ho pensato di comunicare la bella notizia agli amici, perché non con un post su Facebook?

A questo punto la cosa mi ha quasi travolto; incalzato dai commenti mi son trovato a fare una sorta di bollettino, quasi quotidiano, analizzando e commentando i dati resi disponibili la sera prima. Sono rimasto colpito, commosso, dalla reazione di tanta gente, amici, pazienti, colleghi e persone che non conoscevo, che mi hanno chiesto l'amicizia e che hanno iniziato a chiamarmi "caro amico". Nel corso delle settimane, questo dialogo mi ha aiutato a riflettere, soprattutto sul ruolo del tempo e dell'informazione. I miei post sono diventati lunghi, molto più lunghi di quanto l'uso e le raccomandazioni sulla comunicazione via web prescrivano, pure venivano letti e commentati. Mi son trovato a trattare concetti matematici non banali e i post venivano comunque letti, la gente voleva capire, magari aiutata da qualche piccolo incoraggiamento, mi ha seguito, in maniera critica e intelligente, lungo i ragionamenti, i calcoli e le analisi. Ho capito che la semplice comunicazione quotidiana dei numeri dei ricoveri, dei contagi e dei decessi da parte dei telegiornali creava ansia, molta ansia. Forse l'inveterata abitudine a cercare la sensazione, portava il giornalista o il commentatore di turno a sottolineare le cifre con espressioni infelici come: "mai così alti" o "sempre più morti", anche quando il commento risultava insensato, come per esempio nel riferire un dato cumulato, che è e sarà sempre "più alto" del valore del giorno precedente, per definizione. Ho pensato allora che dedicare del tempo alla cura della comunicazione faceva parte del mio ruolo di medico in senso lato.

E così la maggiore disponibilità di tempo mi ha permesso di fare un lavoro in cui, in tempi "normali", non mi sarei imbarcato e ha consentito alla gente di dedicare attenzione ad argomenti difficili, purché questi li aiutassero a capire.
Qualcuno mi ha persino scritto "non ascolto più i telegiornali, leggo i suoi post" lasciandomi preda dell'imbarazzo e della responsabilità.

Un'amica mi ha aiutato a riflettere sul fatto che l'archetipo che meglio descrive questo momento difficile è Saturno, il vecchio che, con il suo falcetto, taglia via tutto quello che ci sembrava così indispensabile fino a poche settimane fa.
Purtroppo, come sempre accade, la falce colpisce anche rami e germogli innocenti, che si trovano a pagare un prezzo veramente molto alto. Ma Saturno Crono ci obbliga anche a riflettere sul senso del tempo, in tutte le sue mille sfaccettature. Ancora il tempo, ma quante volte ho già usato questa parola?Ecco allora: da una fase saturnina si deve uscire cresciuti, dirigendosi verso gli altri, riscoprendo il senso dell'incontro e della collaborazione.


Mario Cigada - Oculista con la passione per i numeri
#pensierieprogettidipersonecuriose


.