Michela Eremita - Aprile 2020
Da un punto di vista personale mi sento fortunata perché sto bene, a casa mi fa compagnia un lavoro che mi fa stare bene. Il tempo che sto vivendo lo considero prezioso, perché per la mancanza di movimento posso ascoltare i pensieri e di muovermi con e attraverso di loro. Sicuramente con meno rumori esterni, meno distrazioni. Da un punto di vista generale (come momento dell’esistenza dell’uomo) lo trovo un tempo di grande insegnamento verso il quale bisogna solo porsi in ascolto e non in contrasto muscolare. Sono state azzerate delle certezze che hanno ricollocato tutto e tutti rispetto agli accadimenti della natura. Il “non si sa” risuona molto spesso nelle bocche anche degli “scienziati”…l’uomo è in una posizione di “insipiente”. Sono stati ricalibrati i rapporti di “misura” tra gli esseri umani… i respiri… be’ tutto nuovo. Forse non bisogna troppo neanche pensare… bisogna solo seguire gli eventi e cercare di riposizionarsi rispetto ad essi. Quindi un grande momento per tutti noi - al netto del dolore per le tante morti.
Lavoro in un Complesso Museale importante per Siena, Santa Maria della Scala, sia in termini di visitatori annui stimati, sia per la produzione culturale che offre alla città, la prospettiva di riorganizzazione delle attività è, nella contingenza, una necessità che ci vede parte di questo cambiamento permeante.
Tutti i musei dovranno davvero riposizionarsi rispetto al proprio pubblico, nelle città in cui il turismo ha un ruolo chiave ancor di più. L’impossibilità di vivere l’abituale fisicità ci spinge con forza a trovare un’alternativa vincente, ma non è certo facile. Di fatto stiamo lavorando a processi di coinvolgimento e di informazione in cui coesisteranno più registri: quello di vetrina e quello di produzione. Sarà importante trasmettere quello che nel museo è conservato ma sarà importante anche costruire nuovi processi partecipativi in cui il virtuale avrà un ruolo importante. Penso che presto saranno attivi alcuni strumenti, Avatar è uno di questi. Penso però che il processo di mimesis, consentito dalla tecnologia, non potrà (e dovrà) sostituirsi all’esperienza fisica. L’opera deve essere vissuta nella dimensione di naturalità. La sfida è enorme.
Proprio perché ci potranno essere nuovi scenari di azione, dobbiamo tener conto dell’importanza della conservazione, della trasmissione della memoria e della formazione, quindi delle competenze.
Il Museo ha una sezione consolidata dedicata ai bambini con una formula didattica basata su un’interazione forte tra i bambini e gli artisti che prevede un lavoro in presenza e di una relazione educativa costruita insieme dentro le sale.
Il Museo d’arte per bambini ultimamente aveva puntato molto sugli schemi partecipativi e relazionali tra il museo, gli artisti, le insegnanti e i bambini e bambine. “Il profumo delle fiabe” inoltre ha posto molta attenzione sulla sollecitazione dell’olfatto… Be’ bisognerà ri-calibrarsi e capire come l’esperienza, ritenuta alla base del processo educativo e formativo, possa rimanere tale pur rimanendo nella propria casa. Per il momento, in questa emergenza e difficoltà, il museo è riuscito a mantenere, in parte, il rapporto con il pubblico, continuando a lavorare con alcune scuole, attraverso il ruolo chiave degli insegnanti. Per il presente/futuro è stato avviato“Ti regalo un’idea” un progetto che mostra tanti progetti di artiste e artisti che suggeriscono ai bambini alcuni modi di vivere il quotidiano. Strategie di sopravvivenza in sui si addomestica il domestico trasformandolo in un mondo ricco di suggestioni. È il segreto dell’arte. Virtuoso? Non so. Vedremo i risultati.
Ma chiaramente non vedo l’ora che il museo si riempia di bambini, di insegnanti, di artisti, degli operatori della didattica e di quanti vorranno… per viverlo come se fosse casa loro, l’altra casa.
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Michela Eremita - Funzionario e curatrice del servizio programmazione del Museo Santa Maria della Scala di Siena, curatrice del Museo dei bambini di Siena
#pensierieprogettidipersonecuriose