Stefano Mirti e Andrea Quartarone - Aprile 2020

La Scuola Superiore d’Arte Applicata di Milano è una scuola professionalizzante di artigianato artistico, che nasce nel 1882. Nei suoi quasi 150 anni di vita, la Scuola attraversa tempi di pace e tempi di guerra, monarchie, regimi totalitari e democrazie, crisi economiche e boom, lotte sociali e movimenti politici, cambiamenti culturali e tecnologici. A dirla tutta attraversa anche un paio di epidemie: la Spagnola del ‘18-‘20 e quella “spaziale” del ‘68-’69. Non per dire che abbiamo già visto e vissuto quello che stiamo vedendo e vivendo adesso, perché ogni stagione è una stagione a sé, ma solo a significare che la Scuola - come molte istituzioni, aziende e altre realtà con un po’ di passato alle spalle - ha nel tempo superato momenti anche molto difficili, sempre adattandosi, non senza qualche difficoltà, alla contemporaneità.

Quanto alla pandemia Covid-19 e a questo periodo delle nostre vite drammatico e bizzarro, è forse inopportuno immaginare che morale se ne trarrà. Perché molte, diverse e contraddittorie saranno le morali che ciascuno di noi caverà fuori da questa situazione. Ma una cosa è certa: l’emergenza sanitaria di queste settimane sta costringendo tutti a una qualche modifica, talvolta radicale, negli stili di vita, nei modelli di business, negli schemi interpretativi della realtà. E tutto fa pensare che questa lunga nottata lascerà dietro di sé un mondo diverso, almeno in parte, da quello che ha trovato.

E’ dunque necessario essere essere resilienti. Bisogna già guardare al nuovo mondo che verrà, che potrebbe essere, con grande probabilità, un po’ meno fisico e un po’ più digitale di quello in cui abbiamo vissuto sinora. Non avere paura del cambiamento, anzi: provare a dominarlo per non venire spazzati via. Jump or die, direbbero gli inglesi.

All’arrivo del Covid, come Scuola abbiamo imparato a lavorare velocemente su piani diversi.

Da un lato c’è il piano dell’osservazione di quello che sta succedendo, dell’analisi. Prima di lanciarci in nuovi progetti è stato per noi importante leggere quello che pensano gli altri, guardare ad altri punti di vista, confrontarci. A fondo pagina trovate alcuni articoli che ci hanno un po’ aiutato, suggerendoci di voltare lo sguardo in direzioni anche molto diverse, in un processo di apprendimento e comprensione comunque utile anche quando non proprio ordinato.

Dopodiché, ci siamo messi al lavoro, provando a immaginare una scuola nuova, diversa, in grado di tenere conto dei nuovi vincoli, dei nuovi limiti ma anche delle nuove spinte e dei nuovi movimenti che si agitano attorno a noi. Dapprincipio abbiamo pensato alla cosa più banale, e senza dubbio necessaria: subito trasferire online i corsi che erano in essere offline, come hanno fatto tutte le altre scuole e università. Una movimentazione di persone e attività che è stato uno sforzo indicibile per la Scuola, i suoi preziosi docenti e i tanti studenti. Ma fatto il trasbordo, e valutato che l’operazione era largamente riuscita ci siamo detti: si deve fare di più. Portare avanti i nostri corsi online per i nostri soli allievi poteva non bastare in questo nuovo mondo dove the community is the message. C’era da essere più ambiziosi, da provare a tirare fuori una certa idea di futuro, forti anche della disponibilità, delle intelligenze e delle energie di un corpo docenti compatto e straordinario, lucido di pensiero, ricco di fantasia e, non ultimo, sorridente. Bisognava aprire, condividere, creare massa, uscire dai confini cittadini e anche - in questi tempi difficili - tenersi stretti e farsi un po’ di compagnia.

E così la nostra Scuola ha creato una social TV, già ora con un palinsesto multigenere gratuito a disposizione della collettività, per ora sulla nostra pagina Facebook e presto multipiattaforma. Una televisione che ha anche un nome, Lapis - come la matita, quello strano e semplicissimo attrezzo che si usa per scrivere, disegnare, progettare cose belle - e parla tanto agli adulti quanto ai bambini di 5-8 e 9-12 anni con contenuti edu-tainment appositamente pensati per loro, che fanno lavorare le mani e muovono il pensiero. Si parla di lezioni stand-alone (ovvero che non richiedono abilità o conoscenze pregresse) delle nostre discipline storiche, ma anche di concerti da camera, ricette, tutorial su come creare giochi da tavolo. La lista è lunga e varia, e più lunga e più varia diverrà col tempo.

Vogliamo chiarire una cosa: non abbiamo pensato a Lapis soltanto come a una vetrina per gli insegnamenti della Scuola, perché Lapis ha una sua identità, una sua funzione autonoma, una vita propria (sempre indissolubilmente legata, però, all’istituzione originaria). Lapis può sembrare un Open Day 365 giorni l’anno (esclusi i festivi!), ma è molto di più: è un Open School, un concetto che certo non abbiamo inventato noi, ma che mettiamo in pratica alla nostra maniera, in quello stile autorevole ma informale, di sostanza e di cuore, che da quasi 150 anni caratterizza la nostra Scuola.

Come andrà questa avventura? Certo ci servono risorse, che vanno trovate, ma siamo ottimisti. Guardiamo con soddisfazione ai numeri - da casa ci seguono in tantissimi - e la cosa pare funzionare addirittura meglio di quanto non ci aspettassimo. Però certo: se questo fosse un viaggio per sbarcare sulla luna, saremmo al trentaduesimo secondo dal go di Cape Canaveral. Siamo ancora a poche centinaia di metri dal suolo terrestre, qua trema tutto e i sensori sono impazziti ma noi staff, docenti e studenti - risoluti e fiduciosi - alla luna puntiamo.

Questo contributo è stato realizzato da Stefano Mirti e Andrea Quartarone raccogliendo e sintetizzando idee e contributi dallo staff di Lapis e della Scuola Superiore d’Arte Applicata - Fosca Salvi, Francesca Miscioscia, Federico Lepore - e da tutti è firmato.

Qui le letture che abbiamo trovato più interessanti.

Nemesis, The Umami Theory of Value: Autopsy of the Experience Economy
https://nemesis.global/memos/umami

Charles Eisenstein, The Coronation https://charleseisenstein.org/essays/the-coronation/

Olga Tokarczuk, Coronavirus, la verità è che per noi cambierà l’intera esistenza http://www.libreriadelledonne.it/puntodivista/dallastampa/coronavirus-la-verita-e-che-per-noi-cambiera-intera-esistenza/

Vincenzo Cosenza, Come il virus ha cambiato le abitudini digitali degli italiani https://vincos.it/2020/04/21/come-il-virus-ha-cambiato-le-abitudini-digitali-degli-italiani/

Nesta, There will be no back to normal https://www.nesta.org.uk/blog/there-will-be-no-back-normal/?dm_i=24ON,6U6DF,UKEDO8,REO6S,1

Stefano Mirti e Andrea Quartarone - per Lapis di Super – Scuola Superiore di Arte Applicata
#pensierieprogettidipersonecuriose


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